Il locale è un antro in cui rifugiarsi …
batteria: Valerio Toninel
basso: Alberto Biasin
testi, musica, arrangiamenti, piano e voce: Maurizio Ponziani
Voce narrante
E’ iniziato un nuovo millennio! E nel locale Folkosteria Vicolo de’ musici,
situato nel cuore di Roma, si forma un gruppo di amici, i quali, uniti
dalla passione per la musica, la canzone, la letteratura e il vino, decidono
di mettere in piedi una Band, allegra, sgangherata e vitale.
Con un repertorio originale, la Band si esibiva con grande successo …
nel locale stesso il Vicolo de musici, riforniti di carburante dal valoroso e
ormai famoso Daniele detto il Fratta, che a volte partecipava alle
performance concertistiche con la sua calda e profonda voce.
Lorenzo il nordico, l’elegante Simone, Gabriele il gattaccio,
il musico Maurizio, animavano il locale pulsante di vita.
Come la vita che inesorabilmente nasce cresce e muore, il Vicolo de’ musici,
dopo una manciata di gloriose stagioni, sia come sia, per un verso o
per l’altro, chiuse i battenti, lasciandoci orfani di un antro in cui
rifugiarci. Passarono anni di inevitabili dispersioni, senza però mai
perderci ne esaurire lo spirito che ci aveva uniti.
E finalmente nel 2010, la voglia di aggregazione ostinata e sotterranea,
riemerge. Si inaugura un nuovo locale.
Apre il Belleville!
APRE IL BELLEVILLE
Si accendono i motori del locale
oggi è il grande giorno dell’inaugurazione
ed è un Metrò l’entrata e come una canzone
ci invita alla partecipazione
il gran soppalco è pronto per ricevere gli artisti
teatranti letterati ubriaconi e musicisti
Apre il Belleville dieci anni che lo aspettavamo
ecco il Belleville ora si parte e noi brindiamo
mon amour commence le tour
Apre il Belleville qui nel quartiere del Pigneto
come il Belleville è un luogo vario ed animato
mon amour danse Manouche
In bella vista un affresco del quartiere parigino
si avvicina ad un trompe l’oeil in rilievo un lampioncino
ce ne andiamo al cinema
e Pennac in bicicletta a spasso se ne va
Nasce il Belleville prima era una pasticceria
ora il Belleville è un dolce una gran drogheria
mon amour gagnons ce tour
Ci son divani librerie il calore di un appartamento
l’accoglienza del locale è qui il nostro appuntamento
ce ne andiamo al cinema
e Pennac in bicicletta a spasso se ne va
mon amour gagnons ce tour
L’orologio de la gare ci precisa ogni momento
un’eleganza del locale è qui il nostro appuntamento
stiamo andando al cinema
e Belleville in bicicletta a spasso se ne va
Voce narrante
Ecco è nato il Belleville!
Un locale è come un organismo. In questa struttura fantasiosamente
biologica, il Bancone bar ne è il cuore pulsante. Da li si irradia energia,
alcolica vitalità, ebbrezza liquida di possibilità. Lo scorrere, a volte lento
altre frenetico, del flusso sanguigno nelle arterie e vene, sotto forma di
bottiglie bicchieri e calore conviviale.
Si è nato il Belleville!
Un locale è come una macchina. In questo congegno giocosamente
meccanico, il Bancone bar ne è il motore ruotante. Da li parte l’impulso al
movimento, il meccanismo che fa girare la ruota, l’ingranaggio senziente
che stimola dinamicità. Lo scorrere elettrico dell’energia a sostenere i
frigo, ad alimentare la danza di oggetti e soggetti.
Da un pensiero di comunità, lo scegliersi un mestiere e la necessità di
lavorare, è nato il Belleville. Cuore e motore del progetto …
il Bancone bar.
IL BANCONE BAR
Gabriele spilla qualche birra bella fresca
chiara scura doppio malto biologica gelata
olive stuzzichini esce il tabacco dalla tasca
la gradazione alcolica prepara la serata
Il bancone bar ti porta dolcemente fino al mar
dentro un gran boccale finalmente puoi nuotar
ma devi stare sempre attento a non affogar
Daniele il “Fratta” versa tanto nettare di vino
bianco rosso amabile biologico d’annata
brucia la sigaretta e via un altro sorso buono
la gradazione alcolica traghetta la serata
Il bancone bar ti porta dolcemente dentro il mar
nell’elegante calice adesso puoi nuotar
ma dobbiamo stare attenti a non affogar
Emiliano agita dei cocktail da tempesta
vodka rum whisky sono bombe a gran gittata
un gran fumone ondeggia va barcollando la tua testa
la gradazione alcolica esplode la nottata
Il bancone bar ti porta vento in poppa in mezzo al mar
ora si fa difficile la barca governar oh oh oh
e allora andiamocene tutti quanti a naufragar
Voce narrante
Le luci delle vetrine dei negozi del gran commercio terziario,
si sono spente da un pezzo.
L’affollamento stradale nevrotico, puzzone, caotico e strombazzante
da rientro casalingo, è ormai lontano da ore.
La città si è inesorabilmente rituffata nella vita notturna.
Nella flora Belleville, la fauna si scatena.
Assetata di musica. Gonfia di festa.
Con un senso di fuga e di appartenenza.
L’ala alta del locale accoglie …
il Delirio notturno.
DELIRIO NOTTURNO
Alta è la notte la vita si fa scura
prendendola per mano si invola la paura
anime migranti affollano il locale
il ritmo del Belleville aumenta l’andatura
Una musica svanisce fra i meandri del bancone
e se ne accende un’altra calda di improvvisazione
si imbracciano chitarre ci stringiamo sul soppalco
la notte muove passi scuri sempre più in alto
Una voce canta un blues lungo tutta una vita
che qui è una sporca guerra e non è mai finita
Tom Waits ci guarda scioglierci con un bicchiere in mano
allegria e disperazione che viene da lontano
C’è una tensione elettrica di nervi corde canti
si amplificano voci si aggiungono strumenti
il locale adesso pulsa come un cuore eccitato
e via ululando tutti insieme un coro strappato
Vai viaggia il delirio che non vuol dormire e che non finirà
vola sul filo del mare e luna rossa sarà
Vai Django fuma brucia tutta la tua vita
dentro un jazz zingaro suonato con due dita
e intanto sul bancone si scekerano cocktail
al ritmo dolce e acido di salsa e di limone
Nel fuoco della festa nei riti più tribali
ci scambiamo occhi cercandoci le ali
siam tutti dentro un vortice di musica sul palco
la notte adesso vola vola in alto come un falco
Vai viaggia il delirio che non vuol dormire e che non finirà
vola sul filo del mare e luna rossa sarà
Voce narrante
Il locale è un antro in cui rifugiarci …
una necessità notturna, un abbraccio corale.
Il Belleville è una storia … animata da progetti.
Un personale giocoso gemellaggio fra un quartiere di Roma e uno di Parigi.
Il Belleville è musica che impregna le pareti.
Pittura, cinema, fotografia a suggerire spazialità.
E ancora, letteratura e sogni di insieme.
La voglia di far volare voci e parole.
Il locale danza, canta e ci culla a volte fino all’alba.
Alba al Belleville.
ALBA AL BELLEVILLE
E’ finita qua questa lunga notte
dolcemente sa di alcool e di sconfitte
è finita e siam sdraiati sul tappeto
è già l’alba ormai e a cantare siamo noi
qui assonnati ubriachi e abbracciati ad un cuscino
E’ mattino ormai e si contano gli spicci
sempre in ritardo sai sul giorno e con gli affitti
non è per niente facile mandare avanti un locale
ma d’altronde sai per noi è una casa e poi
qui è tutto un giro di vita aggrappati ad un bancone
Ecco è giorno ormai fresco e livido per noi
amaramente sa di strade e di caffè
qualcuno uscendo sbanda e c’è ancora da parlare e da ridire
sul mondo che non va e la nostra vita sporca vita
che davvero non si sa e allora
Torniamo dentro amici li eravamo tutti più felici
e rifar la notte intera ma no ma dai e poi
qui si chiude il sipario cala accanto a noi
E’ finita qua la nostra lunga notte
ma sembra non finire mai questa lunga notte
DANZA LA VITA
Siamo romani siam parigini
siam cittadini del mondo in movimento
l’umanità tragica identità
è una specie che ridere ci fa
Ce la cantiamo ce la suoniamo
e all’occasione quasi sempre si beviamo
che qui il futuro sta bene dove sta
danza la vita balla incerta la realtà
Siamo romani siam parigini
siam cittadini del mondo in movimento
l’umanità tragica identità
è una specie che c’è o che ci fa
Ce la cantiamo ce la suoniamo
e all’occasione molto spesso si beviamo
che qui il futuro sta bene dove sta
gira la ruota di questa età
canta la vita balla tutta la realtà
gira la vita danza e sempre canterà
PS: Registrazione effettuata con mezzi di fortuna (…) e con un pubblico molto partecipante, nel locale … Belleville